Terre di Giuseppe Verdi

Busseto

Considerata tradizionalmente la patria di Giuseppe Verdi, è un importante centro agricolo della bassa parmense. Di origine carolingia, fu per lungo tempo capitale del piccolo Stato dei Pallavicino, che ne detennero il dominio dal X al XVI secolo, quando Busseto divenne parte del ducato farnesiano.

Il XV secolo fu per Busseto il periodo di maggiore fioritura, testimoniato da documenti e statuti. Il centro crebbe a tal punto che nel 1533 Carlo V la insignì con il titolo di città. Il nucleo centrale, fortificato, conserva l'antico impianto ortogonale, mentre delle mura che cingevano la città delle due porte - una verso Fidenza e l'altra verso Cremona - restano soltanto tre torrioni nel lato meridionale.

I monumenti da visitare

La Rocca
Fu il castello della famiglia Pallavicino. Edificata verso il 1250 e fortificata nel secolo XV con sei torrioni circolari, fu completamente rifatta nel XIX secolo a imitazione dello stile gotico: presenta due torri angolari merlate, la cinquecentesca torre dell'Orologio al centro, e un portico a bifore ornate di fregi e medaglioni in cotto. Nell'interno hanno sede il Municipio e il Teatro Verdi.

Collegiata di san Bartolomeo
Eretta intorno al 1450 sui ruderi della trecentesca chiesa di san Nicolò rimaneggiata nel Settecento, conserva una facciata gotica, impreziosita da un portale rinascimentale con decorazioni in cotto, da un rosone e da una lapide che ricorda l'incontro tra il papa Paolo III e l'imperatore Carlo V, avvenuto a Busseto nel 1543. L'interno è decorato da eleganti stucchi di gusto rococò,tele e affreschi secenteschi di G.B. Draghi, di Vincenzo Campi e di Michelangelo Anselmi. Dalla navata destra si accede all'oratorio della SS. Trinità originario del XII secolo.

Palazzo del Comune
Si innalza sul lato meridionale di piazza Giuseppe Verdi: si tratta di un edificio del XV secolo che conserva un pregevole fregio in cotto nel cornicione.

Monte di Pietà
Il palazzo, costruito intorno al 1680, fede della biblioteca del Monte, istituita nel 1768. Disposti in scaffalature seicentesche provenienti dal collegio dei Gesuiti sono conservati oltre 35.000 volumi e alcuni rari incunaboli, che fanno di questa biblioteca la seconda per importanza della provincia. In una dipendenza contigua al Palazzo si trova la Biblioteca della Fondazione Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza. Generazioni di studenti e di studiosi se ne sono serviti, e tra essi il giovane Verdi, che la frequentò tempo in cui ne era bibliotecario il canonico don Pietro Seletti, suo insegnante di umanità retorica.

Villa Pallavicino
Preceduta da un monumentale padiglione d'ingresso in stile rococò sorge al centro di un ampio giardino, cinto da un fossato. Il complesso cinquecentesco, attribuito al Vignola, formato da cinque corpi disposti a scacchiera e comunicanti tra loro attraverso loggiati passanti. All'interno della villa è allestito il Museo civico, ricco di documenti, manoscritti, spartiti e ricordi verdiani. L'edificio contiene inoltre mobili antichi, dipinti e ceramiche, le sue volte sono coperte da affreschi attribuiti a Ilario Spolverini ed a G.B. Draghi, e decorate da stucchi settecenteschi.

Santa Maria degli Angeli

Il gotico complesso francescano, eretto tra il 1470 e il 1474 per volere dei due figli di Orlando Pallavicino, conserva ancora un portale con fregio in terracotta e le absidi poligonali. L'opera più importante custodita nello spoglio e severo interno è in fondo alla navata sinistra, il Compianto su Cristo morto: gruppo in terracotta policroma realizzato nel 1476 da Guido Mazzoni: la tradizione vuole che nelle sembianze di Giuseppe d'Arimatea e di Nicodemo siano ravvisabili quelle dei due committenti. Nella navata destra, il frammento di un affresco staccato raffigurante Cristo è attribuito ad Antonio Campi.

Teatro Giuseppe Verdi
Sorge in un'ala della Rocca: la forma attuale è quella definita nella seconda metà dell'Ottocento. In precedenza al suo posto era esistito un altro teatro, nel quale Verdi si era esibito in gioventù dirigendo una sinfonia per il Barbiere di Siviglia di Rossini. La costruzione avvenne negli anni compresi tra il 1856 e il 1868, nonostante il parere contrario del Maestro che lo riteneva inutile e costoso. Cosi, all'inaugurazione solenne del 15 agosto 1868 Verdi non intervenne, nonostante fossero state allestite in suo onore due opere: il Ballo in maschera e il Rigoletto. Progettato dall’architetto Pier Luigi Montecchini con una capienza di 300 spettatori, il teatro fu decorato ed affrescato da maestranze locali. Dopo un accurato restauro,che ha previsto anche l'adeguamento alla normativa sulla sicurezza, è stato riaperto all'attività operistica e sinfonica.

Roncole Verdi

Situata a 5 chilometri a sud-est di Busseto, il piccolo centro deve la propria notorietà alla casa natale di Giuseppe Verdi, un'umile costruzione un tempo adibita anche a osteria, oggi meta di numerosissimi visitatori.


Legata alla fama di Verdi anche la vicina chiesa di san Michele, con struttura originale del XVI-XVII secolo, ma in seguito più volte rifatta.
Nell'interno a tre navate sono riemersi numerosi affreschi votivi o simulanti pale d'altare, opere di pittori emiliani ascrivibili ai secoli XV e XVI; oltre al fonte battesimale dove fu battezzato Verdi, vi è conservato il vecchio organo sul quale il maestro si esercitò da fanciullo.

Sempre a Roncole Verdi si trova il museo di Giovannino Guareschi, l’autore di Don Camillo e di Mondo Piccolo. Nel museo si possono trovare scritti, foto inedite oltre che una cronistoria della vita del grande autore.

Per informazioni sul museo contattare il “Club dei Ventitré” Via della Processione, 160  - 43010 Roncole Verdi (Parma)  - Tel. 0524.92495 Fax 0524.91642
email: pepponeb@tin.it
www.giovanninoguareschi.com

Sant'Agata

A pochi passi da Busseto merita una visita Sant’Agata, frazione di Villanova sull’Arda, dove sorge Villa Verdi, la casa in cui abitò il grande musicista per lungo tempo e alla quale amava sempre tornare dai suoi viaggi in Italia e in Europa.

Giuseppe Verdi acquistò la proprietà nel 1848, abitandovi a partire dal 1851 e rendendola progressivamente sempre più sua. Fu Verdi, infatti, che eseguì di proprio pugno gli schizzi, dette indicazioni scritte e dettagliate per la scelta dei materiali e le misure del progetto di ampliamento della casa originale, fino a farla diventare come egli volle e come oggi la vediamo.

In questo luogo il più celebre compositore italiano visse e lavorò, godendo di un isolamento necessario al suo genio creativo e al suo carattere, schivo e riservato.

Oltre alla Villa sono presenti e visitabili la Cappella, la scuderia e la cantina, il parco e infine alcune carrozze usate da Verdi. Nella Villa sono cinque le stanze aperte al pubblico e si tratta delle stesse stanze, con gli arredi originali, abitate da Verdi e dalla Strepponi, sua seconda moglie.
Qui è possibile ammirare quadri, bronzi, mobili e oggetti vari appartenuti al maestro.

Soragna

La “Signora della Bassa": così era chiamata l'antica Soranea, adagiata nella fertile pianura parmense, nelle immediate vicinanze del torrente Stirone. Territorio abitato sin dal Neolitico, subì il passaggio di antichi dominatori sino al Medioevo, quando divenne Feudo imperiale dei marchesi Lupi, e poi Principato del Sacro Romano Impero sempre in mano alla famiglia dei Meli Lupi.


La maglia urbana di Soragna – che comprende le frazioni di
Diolo, Carzeto e Castellina - contiene rilevanze architettoniche dal XIV al XIX secolo, in gran parte realizzate grazie alla munificenza dei feudatari del luogo.

I monumenti da visitare

Rocca
Costruita nel 1385 dai marchesi Lupi come roccaforte contro gli attacchi esterni, fu trasformata in sontuosa dimora principesca alla fine del Seicento. Ulteriormente modificata nel XVII e XVIII secoli dai principi Meli Lupi, appartiene ancora oggi alla famiglia che l'ha parzialmente aperta al pubblico.

Chiesa della Beata Vergine del Carmine
Costruita nella seconda metà del Seicento, l’edificio si presenta oggi associato all’annesso convento dei Padri Carmelitani. Mostra una rara armoniosità architettonica, cui si accompagna l’interno, ricco di opere coeve.

Oratorio di sant’Antonio da Padova
È un gioiello del Barocco realizzato su disegno del celebre architetto Francesco Galli detto "il Bibiena" sul finire del 1600.

Chiesa di San Giacomo
Fu costruita tra il 1755 e il 1769 per merito dell'arciprete don Giuseppe Mazzieri, e nel 1939 fu elevata alla dignità di Santuario Diocesano della Sacra Famiglia. La costruzione, esempio di sobria e grandiosa architettura, basata sulla pianta quasi centrale appare giocata spazialmente su quattro pilastri al centro che sorreggono la volta semisferica. Nell'interno si trovano numerose opere, tra cui un gruppo statuario in marmo bianco raffigurante il Cristo morto di Alvise da Cà, una statua lignea della Madonna Addolorata di Lorenzo Aili, un organo costruito dai fratelli Serassi, una Via Crucis in scagliola policroma, un credenzone da sagrestia e l'altare di S.Giacomo in legno dorato.

Sinagoga e Museo Ebraico
L’edificio neoclassico è memoria della fiorente comunità ebraica instauratasi a Soragna fin dal XVI secolo. Si conserva in ottime condizioni ed ospita nelle sale adiacenti un museo ebraico.
Il museo raccoglie arredi sacri, oggetti e storie delle comunità ebraiche parmensi e piacentine, documentazioni, anche fotografiche, dell’olocausto e oggetti di culto.